Descrizione
La chiesetta rupestre della Madonna della Tibia fu edificata nel 1617, al piede di uno sperone di roccia sovrastante l’abitato di villa Crognaleto, facente parte, all’epoca, della grande comunità della Montagna di Roseto. La comunità aveva territorio assai esteso, comprendendo gli attuali ambiti dei comuni di Cortino e di Crognaleto, con le sole eccezioni di Poggio Umbricchio e di Senarica. La chiesetta della Tibia fece parte, fin dall’inizio, della Parrocchia di Crognaleto, intitolata a San Salvatore. L’edificazione della chiesa della Tibia nel 1617 è attestata da un’epigrafe incisa sul cartiglio in travertino collocato al centro della facciata, al di sopra del portale di ingresso e di una piccola finestra rotonda. Nell’epigrafe si legge: “Inginocchiati e venera la Madonna, o viaggiatore, affinché ella diriga meglio il tuo passaggio tra i pericoli. Berardino Paolini. Eretta nell’anno del Signore 1617”. Un’antica leggenda popolare fa risalire l’origine del culto mariano, nel luogo ove oggi sorge la chiesetta della Tibia, al voto, per l’appunto, di tale Berardino (o Bernardino) Paolini. Costui sarebbe stato un ricco commerciante di Amatrice, il quale, percorrendo per affari la strada per Teramo, che passava appunto ove oggi sorge la chiesetta, sarebbe precipitato, con tutto il suo carico, in un profondo burrone. Il Paolini avrebbe invocato la Vergine, cavandosela con la sola frattura della tibia; il suo carico, inoltre, non sarebbe andato perduto, e i muli che lo portavano sarebbero pure usciti indenni dall’incidente. Per la grazia ricevuta, il Paolini avrebbe dapprima innalzato una immagine della Vergine entro una cappellina nel punto in cui era avvenuto l’incidente, e poi, in luogo poco distante, fatto edificare la chiesetta, ultimata nel 1617. In realtà, come è già noto alla storiografia, “Tibia” – nome dato alla chiesetta già nella documentazione seicentesca – deriva certamente non dall’osso tibia, bensì da “Tibbla”, nome di un insediamento situato sul Piano di Crognaleto, a circa un chilometro di distanza dall’abitato attuale, nei pressi della Fonte di San Salvatore e della chiesa omonima un tempo colà esistente. L’insediamento è attestato da documenti del sec. XII, ma è molto più antico. La documentazione di archivio ci attesta, inoltre, che Berardo, o Berardino, Paolini non era affatto un mercante di Amatrice, bensì il parroco di Crognaleto e di Valle Vaccaro al tempo della visita pastorale del Vescovo aprutino, Giovanni Battista Visconti, del 1619. Fu il parroco Paolini a far edificare, e a dedicare alla Vergine, nel 1617, la chiesetta della Madonna della Tibia. Nella chiesetta di nuova costruzione fu traslata un’icona mariana che precedentemente si trovava infissa in una roccia poco distante, lungo la via nella direzione di Piano Roseto (e quindi di Teramo), in località detta in seguito, nella tradizione popolare, Santa Scolastra. La traslazione dell’immagine mariana è attestata dalla bolla di concessione di indulgenza accordata, proprio a memoria della traslazione, dal Vescovo aprutino, Giovanni Battista Visconti, il 16 agosto 1619. L’icona mariana in questione è conservata non alla Tibia, bensì nella parrocchiale di San Salvatore dal 1973, anno in cui si conclusero i lavori di restauro di quest’ultima chiesa. L’icona, che, per quanto detto fin qui, dovrebbe risalire al sec. XVI o ai primi anni del XVII (al massimo al 1617) si presenta oggi in un aspetto che potrebbe suscitare dubbi sulla sua originalità e che, comunque, mostra i segni di significativi interventi successivi. La documentazione conservata nell’Archivio Diocesano di Teramo, e recentemente scoperta, dà una spiegazione dell’insorgere della devozione mariana alla Tibia in epoca anteriore alla edificazione della chiesetta, e conferma l’esistenza di una immagine mariana collocata in situ e poi trasferita all’interno della chiesa. La nascita del culto mariano dei luoghi viene legata, dalla documentazione, al viaggio fatto dalla statua della Madonna delle Grazie da Aquila a Teramo, ove ancora oggi è venerata, sotto la guida del Capitano d’armi Angelo Montani, vissuto nel sec. XVI. Negli atti della visita pastorale fatta dal vescovo Visconti alla Madonna della Tibia, il 23 settembre 1627, si racconta che mentre il Montani faceva trasportare da muli verso Teramo la statua della Madonna delle Grazie (“illam sanctissimam statuam deferre faciebat super duobus mulis ad civitatem”), transitando nei pressi di una rupe (“ante venam praedictam”), i muli, a causa della particolare angustia della via, precipitarono a valle. Miracolosamente, però, la statua della Vergine fu ritrovata intatta, e anche i muli furono rinvenuti senza alcuna lesione, anzi addirittura “pascentes herbas”. Il Montani appose perciò nella roccia l’icona mariana “in memoriam dicti miraculi”. Lì, ove era stata fissata, l’icona rimase per molti anni, sin quando, nel 1617, fu edificata la chiesetta grazie all’iniziativa, come detto, del parroco di Crognaleto, Berardino Paolini. Nel 2017 la chiesetta della Tibia ha festeggiato il quarto secolo dall’edificazione. Nel 2019, nel quarto centenario dell’indulgenza, essa è diventata Santuario Diocesano, grazie a provvedimento emesso da S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri. Ogni anno, il 9 di agosto, si tiene una fiaccolata che dall’abitato di Crognaleto, con percorso suggestivo illuminato solo dalle torce, sale al Santuario, ove una statua lignea della Vergine viene esposta alla venerazione dei fedeli. La località merita di essere visitata, oltre che per la sua rilevanza religiosa – moltissimi sono gli ex voto che attribuiscono alla Madonna della Tibia guarigioni e miracoli – anche per le sue potenzialità escursionistiche e panoramiche. Una Associazione recentemente costituita (https://www.facebook.com/Santuario-Madonna-della-Tibia-Crognaleto-101102288358383) sta compiendo interventi di valorizzazione del sito, che è di straordinario fascino. Federico Roggero In foto: Indulgenza concessa alla Chiesa di S.Maria della Tibia dall’Illustrissimo e Reverendissimo Signor Vescovo Aprutino nel giorno della Traslazione come segue: Fr. Giovanni Battista Visconti, per Grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo Aprutino, Principe di Teramo, Conte di Bisenti e Barone di Rocca Santa Maria e Visitatore. A tutti coloro, fedeli del Signore, che leggeranno la nostra presente Lettera salvezza eterna nel Signore. Per accrescere la religione dei fedeli, e animati dal pio intento di curare la salvezza delle anime, concediamo nella forma consueta della Chiesa, cento giorni di vera indulgenza in perpetuo e ogni anno a tutti i fedeli del Signore, di entrambi i sessi, che visiteranno il “sacello” ossia la Chiesa di Santa maria della Tibia, della nostra Diocesi Aprutina, nel giorno 9 del mese di agosto in memoria della Traslazione dell’Icona della detta SS. Vergine fatta solennemente da noi dalla vena (roccia) ove prima era collocata in detto “sacello” ossia chiesa. Per tutti gli altri giorni dell’anno a coloro che visiteranno il medesimo “sacello” concediamo similmente l’indulgenza di quaranta giorni. In fede. Dato a Teramo dal nostro palazzo Episcopale nel giorno 16 del mese di agosto 1619. Fr. Giovanni Battista Vescovo Aprutino. In foto: PENITENZIARIA APOSTOLICA – DECRETO Si trova nel Comune di Crognaleto, della diocesi di Teramo-Atri, un Tempietto sacro di Dio sotto il titolo della Beata Vergine Maria della Tibia, nel quale fin dall’anno 1619 con grandissima pietà viene conservata un’effigie sacra detta SS.ma Vergine Maria. Presso questo tempietto in gran numero confluì il popolo di Dio, spinto da filiale amore e fiducia verso la Vergine Madre di Dio per implorare il suo aiuto e la sua protezione e per accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e della SS.ma Eucaristia. La Divina Misericordia concesse lì abbondantemente i frutti di cambiamento di vita e di cristiano comportamento. Affinchè ancora i fedeli cristiani siano felicemente confermati nella loro devozione e la dimostrino generosamente nell’esercizio della carità, gioverà tantissimo il dono delle Indulgenze. Perciò, l’Apostolica Penitenziaria, in forza delle facoltà a lei concesse dal Santissimo Padre e Signore Nostro, Benedetto XVI Papa, per Divina Provvidenza, venendo incontro alle lettere di richiesta del Rev.do Parroco, già fornito del consenso dell’Ordinario del luogo, stabilisce che nel soprannominato Tempietto, i cristiani veramente pentiti possano ottenere, alle consuete condizioni (cioè con la Confessione sacramentale, con la Comunione Eucaristica e con la preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice), la Indulgenza plenaria il giorno 9 del mese di agosto, in occasione della traslazione dell’Immagine della SS.ma Vergine della Tibia, nonché nel giorno dell’8 settembre, Natività della stessa Vergine Maria, se parteciperanno, attentamente e devotamente, ad un sacro rito o ad un pio esercizio celebrato pubblicamente. Inoltre i fedeli che, almeno con un atto di contrizione, si dedicheranno a suppliche o altri atti di pietà in onore della Beata Vergine Maria della Tibia davanti alla sacra Immagine esposta alla pubblica venerazione in questo Tempietto, potranno lucrare la Indulgenza parziale tutte le volte che vorranno. Il presente decreto è valido per sempre. Dato a Roma, dalla sede della Penitenziaria Apostolica, il giorno 25 del mese di aprile dell’anno 2006. Giacomo Francesco S.R.E. Cardinale Stafford - Penitenziere maggiore Gianfranco Girotti, O.F.M. Conv. - Reggente